Ritornare a più di un anno da un grave infortunio, riassaporare l’odore del campo, riabbracciare le compagne e riprendere a giocare in mezzo al campo: le emozioni vissute da Giada Abate nell’ultimo turno di campionato. La centrocampista classe 2003 ha raccontato nella settima puntata di “B-Woman” il calvario dell’infortunio, i momenti difficili e la forza che le ha permesso di uscirne con grande determinazione.
Un anno lontana dai campi
“Non mi aspettavo di stare fuori così tanto tempo, pensavo durasse meno. Questo ha dato un valore aggiunto al calcio: dallo spogliatoio all’abbracciare la squadra, davvero tutto. Per me è stato un dolore enorme quando è arrivata la risonanza: crociato andato e anche un po’ di menisco. Molte volte ho pensato di mollare: dall’operazione, al ricominciare a camminare a corricchiare. Tanti step. Ringrazio il Genoa che mi ha messo a disposizione un ottimo staff medico. Però è stata dura, il lavoro mentale devi farlo da sola. Io sono rientrata con la squadra a gennaio, prima mi allenavo da sola. Pian piano mi hanno fatto senitre viva, avevo smesso di vivere. Mi hanno insegnato quanto devi stare bene mentalmente, fisicamente, come ti nutri: non bisogna dare per scontato il calcio.”
Le difficoltà a livello mentale
“Non vedevo la luce perché facevo tutti i giorni le stesse cose. Mentalmente non ce la facevo, però speravo sempre arrivasse il giorno del ritorno. Un’emozione gigante che non avevo mai provato: è stato stupendo tornare. Non avrei mai mollato però. Quando è scattato l’anno non ci credevo. Per me crociato voleva dire sei mesi, quando ad ottobre ero ancora da sola a corricchiare dovevo trovare la motivazione da sola dentro di me. Lavori, ti riposi bene, ho avuto anche dolori al ginocchio che mi hanno un po’ fermato. Non lo auguro a nessuno, ma è un percorso di crescita che ti cambia totalmente.”
L’importanza della prevenzione
“Devo prevenire gli infortuni, consiglio a tutti di prevenire gli infortuni: ad esempio fare prevenzione con gli elastici. Il mio primo obiettivo è tornare a giocare com’ero prima, essere titolare e fare i 90 minuti. Mi sento bene, sicura del mio ginocchio: ovviamente io ho una preparazione diversa rispetto alle mie compagne. Voglio stare al 100%. ”
Un giovane capitano: responsabilità e orgoglio
“Sono la più giovane, ma sono il capitano. Ho sempre ricevuto lo stesso rispetto anche da ragazze più grandi. Io ho imparato da loro e loro da noi. E ora ragazze molto grandi come Fabiana Costi sono un grande esempio. Spesso le chiedo consigli, come Forcinella che pur essendo giovane ha tanto esperienza. Sono sempre aperta a ricevere consigli da loro. Dall’Eccellenza alla Serie B sono sempre stata capitano: l’ho un po’ sentita in Serie B perché era una categoria diversa. Io però me la vivo benissimo: so che anche se sono giovane la mia parola vale. Però apprezzo i consigli delle più grandi.”
La fisicità del calcio
“Di base è uno sport fisico. Più si sale di livello, più aumenta. In Eccellenza magari trovi la ragazza che entra in scivolata, però spallate protezione palla più sali più ce ne sono e sono forti. Palestra abbiamo cominciato a farla quest’anno. Noi abbiamo un preparatore che ci segue, nella settimana di stop facciamo più forza. Per il crociato ho fatto tanta forza al quadricipite.”
Una passione che nasce da piccola
“Io ho iniziato nel campetto sotto casa poi grazie ad un torneo tra scuole ho capito volessi fare la calciatrice. Il Don Bosco non voleva fare la squadra femminile, perdevo quasi tutte le partite ma sapevo che era il mio. Poi mi ha chiamato il Genoa, all’inizio l’ostacolo è stato mio padre. Poi una volta arrivata il Genoa è diventato il mio primo fan anche perché è un grande tifoso genoano.”
Arrivare in Serie B
“È stata una grande emozione dire ce l’ho fatta: venendo dall’Under 12 e arrivare in Serie B. Ovviamente il sogno è la Serie A. Fare questo percorso con la stessa maglietta è stata una grande soddisfazione.”
Il finale di stagione
“Cercheremo di fare sempre meglio, vorrei dare più forza a loro quindi vorremo fare bene e vincere ogni domenica. Il nostro obiettivo è ridurre il gap dall’anno scorso e già l’abbiamo fatto in parte. Sicuramente fare bene a livello di prestazioni e di risultati. Paura non la ho, magari senza saperlo in determinate situazioni devo prendere fiducia. Fare i primi contrasti, spallate: so che all’inizio ne prenderò un po’.”
Asia Di Palma