Il mister della Pro Palazzolo è intervenuto a “D-Time” per parlare della stagione della sua squadra, all’esordio in D, dopo la fusione estiva tra Franciacorta e Palazzolo. La squadra biancoblu non è più in lotta per vincere il girone, ma ha vissuto una stagione ad altissimo livello centrando i playoff e migliorando la mentalità del team. Didu ha sottolineato l’importanza di avere alle spalle una società solida ed empatica come quella della Pro Palazzolo con a capo il Presidente Forlani.
Che campionato è stato?
“È stato un campionato molto intenso e difficile. A inizio anno cercavo, dopo un’annata straordinaria (a Vado n.d.r), l’ambizione di cambiare girone e misurarmi in un altro ambiente. È venuta fuori questa opportunità con un progetto molto ambizioso. Questa estate la partenza nuova poteva non far credere a quello che società e presidente volevano dare a questa squadra. Ho accettato subito ed è stata una scelta azzeccata per i rapporti avuti con tutti. Il campionato è difficile, ma sono contento: misurarsi in un livello così alto non è scontato pur avendo giocatori forti. I ragazzi sapevano che le ambizioni erano alte e non ci siamo fatti intimorire. Grazie ad una società molto solida i risultati sono arrivati. Vogliamo chiudere bene, domenica è una partita importante.”
Cosa ha inciso nella scelta di andare alla Pro?
“Io credo nell’empatia e le scelte vanno fatte oltre il lato economico e logistico. Mi ha colpito la passione e la determinazione di Presidente e direttori per quello che volevano creare. Avere alle spalle persone così è molto importante in questa categoria perché ti fa lavorare bene e con tranquillità.”
C’è qualche rammarico?
“Non ho grandi rammarichi perché sono uno di quelli che crede che il frutto della classifica sia il lavoro. Ieri al 90′ prima del gol del Caldiero eravamo in gioco, ma in maniera difficile. Sicuramente ci sono dei momenti in cui ti porti dietro una sconfitta in maniera particolare e altri in cui vinci. Forse il rammarico più grosso è dopo la vittoria fuori casa con la Varesina: dopo 3 giorni siamo andati a Casatenovo e quella sconfitta ha pesato parecchio.”
In che momento hai capito che avreste fatto qualcosa di importante?
“Ci sono tanti momenti che ti rimangono: all’andata abbiamo fatto fatica a sbloccare le partite in casa, fuori invece ci comportavamo quasi in maniera diversa. Arrivavamo dal k.o. con il Brusaporto e siamo andati a vincere con il Piacenza in trasferta e quello ci ha dato convinzione. Con l’Arconatese abbiamo gestito una gara molto bene e ci ha dato la fiducia di poter lavorare per rimanere davanti. Poi abbiamo alzato la media delle vittorie in casa. Ci sono stati anche momenti negativi come la sconfitta con il Club Milano dove abbiamo pagato le disattenzioni.”
Quale squadra eviterebbe ai playoff?
“I playoff sono come un mini torneo dove si azzera tutto: molto spesso da favoriti si lasciano le penne. Il Piacenza sa fare i playoff e potrebbe avere grandi possibilità, in caso di vittoria, di accedere ai ripescaggi. Evitare il Piacenza potrebbe essere un motivo in più, ma domenica sarà difficile per entrambe (Piacenza e Caldiero n.d.r). Se devo scegliere una squadra da eliminare è il Piacenza.”
Il vostro punto di forza?
“Per l’aspetto tattico dico la solidità difensiva: i numeri dicono questo. Poi uno si deve adattare alla propria squadra e all’avversario: a me piace comandare il gioco, ma se devi difendere con 50/60 metri alle spalle è diverso rispetto a farlo avendo 16 metri. Quando parlo di solidità intendo non solo concedere pochi gol ma anche ripartenze cercando di essere bravi nella riconquista palla e capendo quando aggredire immediatamente. Poi l’aspetto mentale è la cosa che ha dato più soddisfazione a me e all’ambiente: i ragazzi hanno tirato fuori una grande mentalità. Sono stati esemplari sotto questo aspetto e non è così scontato”.
I playoff erano l’obiettivo dichiarato a luglio? C’è stato un momento in cui avete detto proviamoci?
“In questa categoria per gli investimenti e la qualità della rosa devi darti un obiettivo, ma è riduttivo darselo a luglio perché non puoi sapere. Ho a che fare con un Presidente molto stimolante, ma con i piedi per terra: mi ha sempre fatto piacere questo suo modo di essere. Ti fa capire che non ti devi mai accontentare ma nel modo giusto. L’obiettivo arriva man mano perché ci sono tanti eventi nel corso della stagione. Poi se sei il Trapani o lo stesso Piacenza è normale che devi vincere o lottare per vincere, ma questo non vuol dire che voglio togliermi delle pressioni perché la linea è molto sottile tra vincere e non farlo in questo campionato. L’anno scorso nel girone A ha vinto il Sestri con oltre 90 punti, poi ha conquistato anche lo Scudetto e quest’anno si è salvata.”
Asia Di Palma