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Giuseppe Puleo esordisce con una vittoria: “Voglio salvare il Seguro. L’addio alla Sestese? Un atto d’amore per la famiglia Morello e…il consiglio di Spalletti”

Schietto, determinato, convinto dei propri mezzi e appassionato. Bastano pochi minuti per comprendere il carattere di Giuseppe Puleo, che dopo diciotto anni in servizio come poliziotto ha deciso di lasciare tutto per dedicarsi esclusivamente al calcio: la sua grande fede. Il percorso inizia al Santi Martiri Legnano, per poi proseguire tra Somma Lombardo, Assago e passo dopo passo togliersi qualche soddisfazione. Dalla doppia salvezza della scorsa stagione con la Sestese sono passati sei mesi e Puleo, seppur senza panchina, non è mai stato fermo ed ha continuato ad aggiornarsi con un sguardo in particolare rivolto all’estero. Dalla Spagna all’Olanda, ripercorrendo avventure intraprese per conoscere nuovi mondi e soprattutto metodologie come nel caso del Girona in Spagna o del settore giovanile del Feyenord in Olanda. La passione per il calcio l’ha portato a studiare per il patentino di Match Analyst rilasciato dalla FIGC e nel 2019, dopo aver completato il percorso, lo ha acquisito. Le competenze apprese durante il corso gli hanno permesso di analizzare determinate situazioni sotto altri punti di vista e di collaborare con diverse prime squadre in Serie D come nel caso della Varesina. Ora il calcio è la sua vita al 100% e la fede che lo lega a questo sport l’ha portato ad accettare l’offerta del Seguro, nonostante altre possibilità sul tavolo, perché lavorare con i giovani gli ha sempre lasciato qualcosa di speciale. Martedì ha conosciuto i calciatori del Seguro Under 17 Élite e ieri ha affrontato la Castellanzese vincendo e ponendo le basi per un nuovo percorso, che il mister si augura termini con un’altra salvezza: “Sono qui per salvare il Seguro, poi si vedrà. È una squadra con una rosa molto buona. Con questa vittoria, la squadra milanese ha compiuto un primo step superando in classifica il Lazzate e riconquistando tre punti che mancavano dal 15 ottobre. Da qui comincia la risalita e ci sono altre venti giornate per vedere se l’ex allenatore della Sestese riuscirà a raggiungere l’ennesima impresa salvezza.

Dalla divisa all’amore per il calcio

“Il mio lavoro ora è questo, dopo diciotto anni ho lasciato la Polizia e quindi contano tanti fattori nella scelta. Il Seguro è una società importante a livello giovanile. L’amore che provo per il calcio mi ha fatto prendere questa decisione, quando facevo il poliziotto con i turni di notte non riuscivo a dedicarmi completamente al calcio. Vivere di calcio è una grande conquista per me che ho lasciato un lavoro che facevo da molti anni. Ora sono dodici anni che mi sono trasferito in Lombardia.”

Gli inizi del percorso e il patentino di match analyst

Ho cominciato a fare l’allenatore con il Santi Martiri Legnano come vice nell’Under 15, poi gli Allievi per due anni. I miei primi quattro anni sono stati lì. Poi sono andato a Somma Lombardo, due anni ad Assago e nel 2019 ho preso il titolo di match analyst. Eravamo un migliaio alla pre-selezione, poi siamo stati divisi in gruppi da dieci e alla fine sono rientrato nei migliori quaranta con il terzo punteggio: una grande soddisfazione. Mi ha chiamato poi la Varesina per aiutare Spilli in Prima Squadra come match analyst e contemporaneamente allenavo gli Allievi provinciali. Da quel momento è maturata l’idea di lasciare la divisa e ho dato le dimissioni. Poi è arrivata la Sestese…”

L’addio alla Sestese

“L’anno scorso una doppia salvezza, emozioni che non dimenticherò mai. Mi avevano riconfermato, ma ho deciso di fare un passo indietro per amore della famiglia Morello. Avevo vedute differente con il direttore sportivo e lo staff tecnico, dunque ho preso questa decisione. Io credo molto nei miei principi di gioco e metodologici. Da lì sono stato fermo per qualche mese. Poi altre situazioni non si sono concretizzate e il Seguro è stato bravo a corteggiarmi: si è presentata una sfida “alla Puleo”.

I viaggi all’estero

“In Spagna e In Olanda la situazione è molto diversa: la proporzione tra allenatori con un passato glorioso nel calcio professionistico e non è molto differente rispetto all’Italia. Nel 2022 sono andato a Girona e la squadra era in una situazione disastrosa, ma si vedevano già metodologie di lavoro importanti e quest’anno lo stanno dimostrando in Liga. Nel calcio fa la differenza l’allenatore che vede le cose prima. Sono stato due mesi in Spagna e ancora prima ero stato in Olanda a vedere le realtà giovanili del Feyenord, dell’Utrecht e di altre squadre. Il periodo da maggio a luglio me lo prendo sempre per fare dei viaggi all’estero e scoprire nuove realtà. Io però voglio dimostrare il mio valore qui in Italia continuando a coltivare il mio sogno.”

L’esperienza in Eccellenza: nuove consapevolezze

“Sono state otto giornate bellissime, ho allenato giocatori che hanno affrontato categorie superiori e mi hanno tutti mandato bei feedback, facendomi capire che posso stare in questa categoria. Nei giovani è diverso: devi badare alla loro crescita e magari vengono commessi errori ingenui in campo, che ci possono stare a quell’età. Mentre quando alleni in Prima Squadra devi essere bravo sotto l’aspetto motivazionale perché loro in campo sanno cosa devono fare, come muovere la palla etc… Ai giovani devi insegnare tutto e devi essere soprattutto un educatore ed infondere principi importanti per il futuro: una grande responsabilità.”

Il prezioso consiglio di Mister Spalletti

Durante il servizio come poliziotto a Malpensa, Giuseppe Puleo ha scortato l’attuale Commissario Tecnico della Nazionale Luciano Spalletti e approfittando dell’occasione gli chiese un consiglio su come essere un buon allenatore. Queste le parole dell’ex allenatore del Napoli: “Instaura nei tuoi ragazzi una mentalità vincente che non vuol dire vincere le partite ma avere il desiderio di vincere, contro la prima o contro l’ultima poco cambia. Uscirete dal campo sempre a testa alta e formerai persone che un giorno non si accontenteranno di galleggiare ma vorranno primeggiare”. Parole rimaste impresse nella mente dell’allenatore siciliano, che ha subito messo in chiaro i suoi principi all’arrivo al Seguro: “È la prima cosa che ho detto al Seguro: tutti si aspettano che arrivo io e vinciamo tutte le partite. Io mi aspetto che usciamo dal campo a testa alta perché dobbiamo avere una mentalità vincente e questo vuol dire non mollare mai. Al 90’ siamo sotto di tre, uno, due gol non importa: noi dobbiamo essere lì a mordere le caviglie degli avversari. E questa cosa che mi ha detto Spalletti me la porterò sempre nel cuore, spero un giorno di poterlo rincontrare.”

Asia Di Palma