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Federico Varano aspetta la chiamata giusta

Dodici anni di Atalanta, dai Pulcini fino alla Primavera, poi 79 presenze in Serie C con 3 reti e oltre 120 gettoni in D, gli ultimi con la maglia del Chieri. È la storia di Federico Varano, centrocampista classe 1995 che ora cerca una nuova avventura con lo stesso entusiasmo di sempre. Cresciuto nel settore giovanile della Dea, Varano viene quindi ceduto in prestito al Venezia in Serie C, prima di essere acquistato dal Cesena, all’epoca in B. I romagnoli lo girano quindi in prestito all’Arezzo, poi per lui arrivano le esperienze con Pistoiese e Fano sempre tra i professionisti. Il fallimento del Cesena nel 2018 porta allo svincolo automatico di tutti i tesserati e così il centrocampista di Vigevano riparte dalla D con la maglia del Mantova. Successivamente arrivano le chiamate di Chieri, Dolomiti Bellunesi, Sangiuliano, Cjarlins Muzane e Sona, prima del ritorno a Chieri nella passata stagione che poi con il cambio di proprietà decide di rivoluzionare tutto. Fa specie che un giocatore del suo livello sia ancora senza squadra, ma questo è un rischio da mettere in conto, quando si fa questo mestiere: “Si sa che nel calcio può capitare un periodo così – commenta Varano – però resto fiducioso che la chiamata giusta prima o poi arriverà”. Intanto, dopo lo svincolo, si allena da solo per farsi trovare pronto, anche se la voglia di tornare in campo è tanta: “Mi manca la partita e tutto ciò che ne consegue – continua il centrocampista 28enne – ma al tempo stesso vorrei ponderare bene le mie scelte. Purtroppo in questo mondo capita di imbattersi in qualche situazione complicata o in personaggi che poi si rivelano poco seri. Io mi sento bene sia fisicamente che mentalmente e credo di poter dare ancora tanto”. Nel suo percorso da professionista si è confrontato con tanti allenatori, tra i quali uno dei più vulcanici in assoluto nel mondo del calcio, come Eziolino Capuano, attuale tecnico del Taranto, che Varano ha avuto all’Arezzo: “Consiglio a tutti di vivere almeno un’esperienza con Capuano, perché ti fa capire tante cose. Io all’epoca ero poco più che un ragazzino, ma mi è servito molto avere lui come mister”. Quantità e qualità per un giocatore che a centrocampo può ricoprire tutti i ruoli e che nel corso della sua carriera ha sempre avuto l’apprezzamento di compagni e addetti ai lavori, ma ora aspetta che il suo telefono squilli per la chiamata giusta.

Andrea Grassani