Fanfulla, il capitano Cizza ai microfoni di BePi.Tv
Date le scottanti circostanze in casa Fanfulla, abbiamo chiesto a Edoardo Cizza, portiere e capitano del “Guerriero”, di fornirci una visione d’insieme, vissuta dall’interno. Dopo le dimissioni del d.s. Vito Cera, del direttore tecnico Virginio Gandini e le dichiarazioni del “presidente” Luigi Barbati, cerchiamo un po’ di chiarezza.
Edoardo, cosa sta succedendo al Fanfulla?
” L’iscrizione al campionato è vincolata al pagamento degli arretrati. Col passare dei giorni la situazione diventa sempre più critica, data la scadenza del 14 luglio. Stiamo cercando un accordo con Enzo Tufo, dato che Barbati non fa parte della società. Fino a venerdì ci siamo relazionati con Vito Cera come mediatore, ma, dopo le sue dimissioni, siamo stati costretti a comunicare direttamente con il “vicepresidente” Tufo”.
Precisamente com’è divisa la situazione all’interno della società?
“È tutto in mano a Tufo. Con Barbati c’è ancora una causa aperta, oramai non ha nessun tipo di potere decisionale sul Fanfulla”.
Com’è la situazione tra i giocatori?
“Siamo sulla stessa barca. Mancano a tutti le stesse mensilità, ovvero quattro. Stiamo valutando di trovare un accordo. Noi atleti ci siamo inizialmente proposti di toglierci un mese di arretrati su quattro, ma la nostra offerta non è stata presa in considerazione. Poi è stata avanza la possibilità di un pagamento dilazionato in più mesi, ma non ci ha convinto molto. Personalmente non conosco la volontà di tutto il gruppo, ma alcuni compagni hanno inevitabilmente già accordi con altre squadre. Dopo quattro anni, mi dispiacerebbe lasciare il Fanfulla, da uomo e da capitano, però, anche io devo fare le mie scelte”.
Un tuo pronostico sulla possibilità di esito positivo?
“Le probabilità sono molto basse, perché, in primis, stiamo attendendo se per il “Guerriero” ci sarà un passaggio di mano. Poi, dobbiamo trovare un accordo che vada bene a tutto il gruppo e, far concordare più di venti persone nel giro di pochi giorni, non è semplice, anzi è più utopistico”.
Nello spogliatoio c’è una figura particolarmente bersagliata?
“Sinceramente, ci troviamo di fronte ad un concorso di colpe, che dura da un anno a questa parte. Non mi sembra il caso di prendersela solo con una persona. Di fronte a tale situazione occorre rimanere il più lucidi possibile”.
Il tuo rapporto con Cera?
“Ad inizio stagione non parlavamo molto, il nostro legame si è creato in divenire. Soprattutto negli ultimi mesi, ci siamo avvicinati molto. Ci metteva sempre la faccia sia con noi calciatori, che con i media. È stato l’unico ad impegnarsi fino all’ultimo, cercando liquidità dagli sponsor e facendo da tramite con la proprietà. Senza di lui, abbiamo perso molto, era sempre disponibile. Quando era necessario ci tranquillizzava, altrimenti ci diceva la cruda verità. Le sue dimissioni hanno destabilizzato ulteriormente lo spogliatoio, perché, ora, ci troviamo senza DS, senza direttore tecnico. Insomma, non abbiamo più un organigramma. Siamo coscienti di essere più vicini al fallimento che ad una possibile via di fuga”.
Si poteva agire prima e prevenire?
“Penso che si possa risolvere tutt’ora. Il problema è che sono state poste vicissitudini personali, davanti al bene del Fanfulla. Di conseguenza, certe scelte sono state condizionate con esiti negativi, complicando il quadro finale”.
Opinioni sul futuro del calcio dilettantistico italiano? Dato che ora è indirizzato al fallimento progressivo di numerose squadre.
“Ciò che si vede la domenica è soltanto la punta dell’iceberg. Il lavoro in settimana è quello che influisce maggiormente. Ma, ci sono troppe persone senza competenze, che continuano a girovagare per raccomandazione o perché riescono a portare direttamente gli sponsor. È necessaria una programmazione più mirata al lungo termine, come nelle aziende vere e proprie. Ora, nel dilettantismo in Italia, ci limitiamo a ragionare stagione per stagione, senza guardare un po’ più avanti. Di conseguenza, una squadra, dopo una o due annate non all’altezza degli standard, rischia il fallimento. Serve gente competente dentro e fuori dal campo. Qui mancano anche i centri sportivi, i campi d’allenamento e le strutture mediche”.
Ci auguriamo che la situazione Fanfulla si possa risolvere prontamente nel migliore dei modi, tanto per la questione stipendi, quanto per l’iscrizione al campionato di Serie D. Poiché sarebbe davvero spiacevole perdere una squadra storicamente importante e rilevante nel panorama calcistico lodigiano.
Andrea Vignola