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Club Milano, Vittorio Silva: “chiudere raggiungendo il massimo ripaga ogni fatica. Giocare qui mi ha fatto crescere tantissimo”

Lottare avendo in testa un obiettivo ben preciso è bello, ma faticare ogni giorno riuscendo poi a raggiungerlo lo è ancor di più. Lo sa perfettamente il portiere biancorosso Vittorio Silva, resosi protagonista nelle ultime e più concitate partite di alcune parate che gli hanno indubbiamente permesso di mettere la firma sulla storica conquista della Serie D. Arrivato nel mercato invernale dopo 5 stagioni e mezzo vissute con la maglia del quartiere in cui è cresciuto, Calvairate, Vittorio si è trovato costretto ad abbandonare il gruppo a metà stagione, ritrovando nel Club Milano un nuovo trampolino di lancio. Un cambiamento forse accolto controvoglia, che si è poi rivelato la scelta migliore che potesse fare. Ad accoglierlo un gruppo giovane e incredibilmente motivato a lavorare sodo per ottenere il massimo, mentalità che gli ha permesso presto di maturare tanto dal punto di vista calcistico, ma anche umano. A stagione terminata, in attesa di lanciarsi nella nuova sfida che attende alla porta, il grande augurio fatto dall’estremo difensore classe 2002 alla sua nuova famiglia è quello di continuare ad affermarsi e confermarsi nella nuova categoria, provando a scrivere ancora la storia, chissà, magari con una scalata ancora più entusiasmante.

Quest’annata incredibile si è conclusa con la coronazione del sogno chiamato Serie D: com’è chiudere una stagione con la consapevolezza di aver ottenuto il massimo a cui si potesse ambire?

La Serie D era un sogno ma, soprattutto, il nostro più grande obiettivo. Sicuramente chiudere la stagione riuscendo a raggiungerlo è una sensazione fantastica perché ripaga tutto il duro lavoro fatto durante l’anno. Nonostante tutto, è stata una stagione molto dura e difficile, soprattutto lunga, quindi vedere tutti i nostri sforzi ripagati è indubbiamente la gioia più grande. Tra l’altro, chiudere con la consapevolezza di aver raggiunto il massimo è bellissimo, perché quando si gioca si punta sempre a vincere e questo traguardo è grande motivo d’orgoglio, oltre che una spinta per il futuro“.

C’è stato un momento in particolare in cui hai capito che la squadra aveva tutte le carte in regola per puntare al salto di categoria e farcela?

Forse il momento in cui l’ho capito è proprio quando sono arrivato a dicembre, perché mi sono subito reso conto che la squadra aveva un livello alto, era giovane e affamata. Ho percepito subito tanta voglia e determinazione nel raggiungere l’obiettivo, quindi il primo impatto mi ha fatto capire già tante cose. Nonostante quel periodo non fosse dei più semplici perché le vittorie scarseggiavano, il mood non è mai cambiato e una volta ingranata la marcia giusta non ci siamo più fermati. Le carte in regola per vincere la squadra le ha sempre avute, non a caso nella prima parte di stagione il Club Milano è stato in testa alla classifica“.

Nelle due gare più cruciali della stagione hai messo indubbiamente la firma sul successo finale con delle parate che hanno salvato più volte i risultati: quanto accrescono la consapevolezza del proprio potenziale episodi come la doppia parata su Speziale e Bertelli?

È sempre bello riuscire a far vincere la squadra dando il proprio contributo, però in termini di consapevolezza delle proprie qualità non è cambiato molto, perché anche prima di queste parate ero conscio di poter dare una mano al gruppo ed ero consapevole dei miei mezzi. Sicuramente, però, prestazioni di questo tipo sono motivo di grande soddisfazione perché viene riconosciuto il lavoro fatto anche dall’esterno. Posso dire comunque che sono episodi che non hanno cambiato più di tanto la consapevolezza di me stesso, non ero scarso prima e non sono un fenomeno ora“.

Come riassumeresti questa seconda parte di stagione vissuta tra i pali del Club Milano?

Questa seconda parte di stagione mi ha dato la possibilità di crescere sia dal punto di vista umano, che da quello calcistico, perché ho avuto la possibilità di allenarmi in un ambiente estremamente vicino a quelli del professionismo. Oltre agli allenamenti particolarmente intensi (4/5 alla settimana), ho lavorato con uno staff assolutamente competente e questo mi ha stimolato parecchio facendomi migliorare sotto tanti aspetti. Ho trovato tra l’altro un gruppo giovane bellissimo, che chiaramente ha reso il tutto più piacevole. Sicuramente è stata una seconda parte di stagione stagione difficile, ma allo stesso tempo entusiasmante“.

Prima di vestire biancorosso hai vissuto tante stagioni a Calvairate tra Juniores Regionali e Prima Squadra: che cosa hanno significato per te i colori da cui sei partito?

“Prima di arrivare al Club Milano ho vissuto 5 stagioni e mezzo a Calvairate e sicuramente quei colori hanno rappresentato molto per me. Giocare in Calvairate significava far parte della squadra del quartiere in cui sono cresciuto, quindi è stata una parentesi particolarmente importante per me. Con questa maglia poi sono riuscito a togliermi delle belle soddisfazioni, tra cui l’esordio e la permanenza tutto l’anno scorso in Prima Squadra, ma anche a livello di settore giovanile abbiamo vinto diversi campionati e una Coppa Lombardia. Per questi traguardi devo anche ringraziare il mio preparatore storico Andrea Longo, che mi è sempre stato a fianco. Purtroppo poi all’inizio di questa stagione non mi è stata data la possibilità di giocare e quindi ho dovuto prendere la scelta di cambiare squadra“.

Qual è l’augurio che ti fai per questa nuova sfida in Serie D che attende alle porte?

L’augurio che faccio per questa nuova avventura del Club Milano è quello di ripetere quanto fatto in questi anni, continuando quindi ad affermarsi e confermarsi, puntando, perché no, anche a salire ancor di più. Per quanto mi riguarda, ora è il momento di riposarsi e ricaricare le batterie con le vacanze, per poi ripartire cavalcando i nuovi stimoli che ha portato questa promozione con ancora più determinazione di prima“.

Marta Baroni