Cala quasi del tutto il sipario sul Seregno. La Curva: “Finalmente forse l’agonia è finita”
Tre giorni fa il TAR del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso del Seregno volto a cancellare la sconfitta a tavolino nel playout contro il Breno e ha così fatto calare, quasi de tutto, il sipario sulla storica società brianzola. Il Seregno rimane aggrappato ad un’ultima speranza: il Consiglio di Stato, ma le possibilità di tornare in D sono davvero remote. La società aveva deciso a luglio di non iscriversi al campionato di Eccellenza 2023-2024 per tentare a tutti i costi il reinserimento in Serie D. Stando alla situazione attuale, però, per la città di Seregno si prospetta un anno senza calcio giocato in cui costruire un progetto per riportare in alto la società brianzola. A questo proposito è intervenuta la curva azzurra, che si è schierata duramente contro il Patron Iurato complice di aver condotto il Seregno in questa situazione, decisamente indegna per una realtà storica del calcio brianzolo.
Parola ai tifosi
“Finalmente l’agonia è forse (chissà se arriverà l’ultimo colpo di teatro) è finita”. Così inizia il comunicato pubblicato dalla Curva Nord del Seregno sul proprio canale social. Continua poi puntando il dito contro il Patron per non aver rispettato un’intera città e tutti coloro che hanno lavorato all’interno della società dal settore giovanile alla Prima Squadra: “Lavoratori che devono mantenere una famiglia e che purtroppo non hanno mai ricevuto quello che gli spettava. Una distruzione totale, chiacchiere su chiacchiere che hanno portato al fallimento”. Gli ultras hanno poi concluso: “Meglio un anno fermi e ripartire dalle basse categorie che sopportare ancora la tua presenza e le solite parole al vento. Noi ci saremo sempre e vigileremo sulla ripartenza e sul progetto che dovrà riportare la nostra squadra al più presto nelle categorie che gli competono”.
I tifosi sono pronti a sostenere il Seregno nella ripartenza che avverrà dalle categorie più basse con la speranza che la nuova società possa onorare i 110 anni di storia e tradizione azzurra.
Asia Di Palma