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Lasciatemi salvare il Fanfulla! Luigi Barbati ai microfoni di BePi Tv

Luigi Barbati, presidente del Fanfulla, è pronto ed intenzionato a salvare la “sua” squadra. Nonostante le mille vicissitudini, Barbati non perde lucidità né tantomeno le speranze nei confronti della sentenza dei Giudici. Anche se i tempi stringono, bisogna iscrivere la squadra al campionato e risolvere gli arretrati dei calciatori. Dopo le ultime news e l’intervista al portiere e capitano del “Guerriero“, ecco ai nostri microfoni l’attuale parte lesa del Fanfulla.

Buongiorno Presidente, ci spiega la sua visione sulla faccenda Fanfulla?

“La situazione mi sembra oggettiva. Sono 20 anni nel mondo del calcio. Otto anni fa, ho salvato il Fanfulla e l’ho riportato a certi livelli. Non mi è mai capitata una situazione del genere”.

La colpa è, dunque, di Tufo?

“Ho conosciuto Tufo per motivi lavorativi extracalcistici. Nel corso dei mesi ci siamo avvicinati e mi ha sempre mostrato il suo interesse verso il mondo dirigenziale del pallone. Come faccio abitualmente, mi fido delle persone che mi circondano, anche ingenuamente. Dopo un anno e mezzo di parole lusinghiere, mi sono sentito pugnalato alle spalle. Vi posso dire per certo che non ha competenze, non sa nulla di come si gestisce una squadra. Non ha mai letto il regolamento per l’iscrizione alla Serie D, non sa neanche le cose più basilari, come mandare i documenti per ottenere l’omologazione del campo. Negli ultimi due mesi, ha fatto più conferenze lui, che io in otto anni. Vuole fare il protagonista! Io parlo con grande umiltà. Nei miei vent’anni di calcio, prima ho rilevato il Cavenago, ottenendo ottimi risultati in Eccellenza, poi c’è stata la possibilità di passare a Lodi. Col Fanfulla ho ottenuto la promozione, con il record di punti, e, poi, quattro anni di playoff di fila. Negli ultimi due anni, si sono avvicinate persone, che giudicavo, erroneamente, gradite, che mi han fatto stufare. Se riuscirò ad intervenire, gli obbiettivi saranno salvare il “Guerriero” e pagare i ragazzi. Chiedete pure in giro, se c’è qualcuno che parla male di Barbati perché non retribuiva i dipendenti”.

In caso di nuove cordate?

“Sono aperto a nuovi imprenditori interessati a sposare la causa Fanfulla. Almeno all’inizio, mi metterei a loro disposizione per aiutarli. Poi starei volentieri anche a casa a fare il nonno, oramai ho sessantacinque anni”.

Dunque lei sarebbe intenzionato ad intervenire?

“Intervengo solamente se i giudici estromettono Tufo. Perché posso anche avere il capitale e la liquidità, ma, con la manovra che ha fatto, Tufo si è insediato su qualunque cosa: PEC, conti correnti. Attualmente, risulto fuori da tutto, senza la possibilità di alzare un dito”.

Un pronostico? Quante sono probabilità di esito positivo in suo favore?

“Non do sentenze, non è il mio lavoro. Soltanto i giudici hanno la possibilità di sbloccare questa situazione drammatica. Leggo e sento di persone che mi osannano e mi supplicano di tornare e salvare il Fanfulla. Però finché i giudici non emettono la sentenza, estromettendo Tufo, io non posso fare assolutamente niente e i tempi sono molto stretti”.

Dunque se utopisticamente, domani, lei avesse il via libera dal Tribunale, sarebbe pronto ad entrare in azione?

“Dovessi ricevere la reggenza, iscriverei subito la società, pagherei i ragazzi ed inizierei a comporre il nuovo organigramma per formare la rosa per la stagione 2023-24. Inevitabilmente, perderemo qualche ragazzo dato il blocco generale. Però, abbiamo un settore giovanile importante, con degli under che potrebbero aiutarci.

Comunque, sono rimasto molto deluso da ciò che è stato riportato dai giornali. Sono stato descritto come un detrattore, come colui che è in torto. Prima o poi verrà fuori la verità. Ma priorità al Fanfulla. La volontà c’è, ma, ripeto, ora come ora, non posso agire”.

Ci auguriamo che, a Lodi, l’ambiente possa trovare serenità, adempiendo a tutte le problematiche attuali, in vista della prossima stagione sportiva.

Andrea Vignola