Il piacere di stare insieme, un gruppo unito, dalla società alla squadra, e l’umiltà sono alcuni ingredienti fondamentali che hanno portato l’Ospitaletto alla promozione in Serie C. Gli orange hanno raggiunto un traguardo unico senza avere i favori del pronostico ad inizio stagione, ma con la consapevolezza, all’interno, di essere una squadra e un gruppo forte, come dichiarato dal direttore sportivo Paolo Musso. Il dirigente orange, approdato con il padre Sandro Musso ad Ospitaletto nell’estate 2023 per affiancare Giuseppe Taini, ha centrato la quarta promozione di fila a livello personale dopo quelle con Rezzato (riportato in Eccellenza), Cast Brescia (in D) e le due con l’Ospitaletto. Musso ha elogiato il grande lavoro della squadra e di mister Andrea Quaresmini, che si conferma un vincente. Il binomio tra la famiglia Musso e il mister, classe 1975, si è dimostrato, ancora una volta, unico e il futuro sembra vederli ancora insieme. 

Il trionfo

Il direttore sportivo orange ha parlato della festa di domenica al termine di Ciliverghe-Ospitaletto: Sapevamo  che poteva succedere ieri (domenica n.d.r), c’era la consapevolezza che il Desenzano potesse fermare la Casatese e con un punto essere campioni. Dal fischio finale è stato bellissimo. Ci siamo divertiti, si è perso un po’ la testa. Abbiamo il piacere di stare assieme dall’inizio dell’anno. Ieri è stata l’apoteosi di questa stagione. Il Desenzano era la squadra più forte, ora possiamo dirlo. Aveva magari pochi giocatori che hanno vinto. A volte avere giocatori che hanno vinto ti dà una mano in determinati momenti. Loro avevano grandissimi giocatori come Camarlinghi o Cardella. Avevano Tomas che ha vinto o Antonelli, che però non c’è stato per trequarti di stagione. Il campionato vive davvero di uno o due punti”.

Un ds vincente

“Ho la fortuna di aver avuto un padre che mi ha inculcato questa mentalità:  far le cose al meglio e giocare per vincere. A volte poteva diventare un peso questa cosa. All’inizio dell’anno ero convinto di aver fatto la squadra forte e mi mancavano due giocatori come Guarneri e Gualandris che stavo chiudendo.  La prima partita di Coppa la perdiamo e sentivo i tifosi in tribuna dire “Quest’anno sarà dura salvarsi”. Lì mi è partito un fuoco dentro. Volevo dimostrare a tutti che potevamo vincere”.

Gli snodi cruciali della stagione

La partita vinta con il Desenzano, in rimonta, ha dato la spinta all’Ospitaletto per raggiungere l’obiettivo, ma la stagione ha avuto diversi momenti cruciali: “La partita con la Folgore è stata una delusione perché noi dovevamo vincere per quello che avevamo fatto in campo. Dopo il loro vantaggio abbiamo preso in mano la partita. Con il Desenzano abbiamo fato 75 minuti senza calciare in porta e poi, in quindici minuti, abbiamo fatto due gol e ci siamo presi tre punti determinanti con loro. Quella partita magari non meritavamo di vincerla e forse nemmeno pareggiarla”. Musso ha poi analizzato come la squadra ha vissuto i momenti difficili della stagione: “La partita con la Casatese con gol di Gningue al 95′ ci ha tolto sicurezze perché solitamente prendevamo pochi gol. I nostri portieri hanno fatto un girone di andata clamoroso e un ritorno in cui hanno addensato un po’ di errori. Metti assieme errori individuali e un deficit fisiologico durante la stagione. Un altro esempio è la partita con la Varesina che parte con un autogol clamoroso ed era una partita in cui avevamo bisogno di punti. Non abbiamo però mai incassato sconfitte pesanti come successo ad esempio alla Pro Palazzolo e di questo ne ho parlato anche con Marco (Zanardini n,.d,r). Noi non abbiamo mai fatto vittorie roboanti, ma nemmeno sconfitte con 3-4 gol di scarto”.

Verso la Serie C

“Sicuramente saremo una squadra con un budget ridotto che dovrà lavorare sulle idee, sui giovani. Dovremo essere bravi a mantenere la sinergia con la Feralpisalò avendo fatto un accordo tra società serie che si stimano. Mi hanno dato i due migliori 2004 perché sapevano che uno non escludeva l’altro. L’idea è lavorare su giovani della zona che possano vivere nel loro habitat naturale. Portare un ragazzo fuori dal suo ambiente di vita talvolta è un bene altre è un male. Oltre all’ambientamento calcistico aggiungi quello di vita. Io trovo assurdo che non abbia avuto un giocatore in prestito dal Brescia, che è la società principale del territorio”.

Il gruppo oltre il singolo

Il ds orange ha sottolineato come il gruppo abbia sempre prevalso sul singolo. Nessuno si è mai sentito messo da parte, ma al contrario ogni ragazzo è sempre stato il primo ad incitare i compagni: “Se devo fare un nome faccio quello di Matteo Lucenti, non me ne vorranno gli altri. Ha giocato 13 partite da titolare all’andata poi il mister ha scelto di dare continuità a Gritti e lui è stato impeccabile. Un valore aggiunto in spogliatoio, un allenatore in più in panchina e secondo me ha già un futuro scritto da mister perché è un ragazzo meraviglioso”.

L’affare Ciciretti

“Purtroppo Amato aveva troppe problematiche extra calcio che non gli hanno permesso di concentrarsi. Lo capisco perché quando c’è di mezzo la famiglia diventa difficile. Mi dispiace perché è un bravissimo ragazzo, ma ora ha altre priorità”.

Mister Quaresmini

Quattro anni insieme e un futuro ancora da scrivere nel professionismo. L’idea di Paolo Musso è di continuare con mister Quaresmini in panchina: “Se lui accetterà di affrontare questa follia insieme a me sarebbe assurdo non provarci. Io penso e spero che al mister qualcuno lo chiami perché i dati di fatto sono lì e lampanti. Sono debitore sempre nei suoi confronti. Lui non fa mai richieste. Io so come lui vuole giocare e le caratteristiche dei giocatori”.

La scelta dei giocatori under

Musso ha sottolineato come sia stato fondamentale prendere giovani del territorio e in questo contesto è stato importante il rapporto con la Feralèisalò: “Guarneri era un giocatore che andava preso sempre per una squadra bresciana. Sono stato fuori dal campo di allenamento fino al 31 di agosto ad implorare Gualandris e i suoi procuratori. Sono dei ragazzi che ho aspettato perché ero convinto che potessero fare bene. Cantamessa è un 2006 che ha un potenziale da Serie B o A se fa le cose fatte bene. Ha fatto unastagione importante. Chiamavo ogni giorno i suoi procuratori e il ds della Feralpisalò percheé sapevo che era fondamentale per noi”.

Un gruppo unito da subito

“Noi siamo ripartiti da Panatti, Gritti e Peli che sono stati fondamentali in Eccellenza. Poi abbiamo inserito ragazzi che si conoscevano già. Da lì si ha un vantaggio enorme perché la squadra era nuova, ma fondamentalmente si conosceva già. Non c’è stata la necessità di far passare un settimana per farsi conoscere”.

L’affare Barwuah

“Quando sono arrivato ad Ospitaletto due anni fa non ero riuscito ad trattenere nessuno della precedente gestione dell’Ospitaletto, quella di cui faceva parte Enock. A gennaio dovevamo aggiungere qualcosa in attacco dato che si andava verso una stagione di campi brutti e dovevamo aiutare Gobbi. Enock è di Castegnato che dista 10 minuti da Ospitaletto e sapevo che era in uscita da Palazzolo. È un ragazzo d’oro e sapevo che si sarebbe integrato perfettamente. Gli ho spiegato che poteva venire e fare tanta panchina come è successo ed è stato bravissimo non solo per i gol, ma per le prestazioni. Dentro lo spogliatoio è stato perfetto. Se il “vice” Gobbi è il primo che va ad abbracciarlo quando fa gol hai già vinto. Gobbi uguale con Enock”.

Il pubblico

“Ieri (domenica n.d.r) abbiamo riempito la tribuna di Ciliverghe con i nostri ultras. In casa con il Desenzano era una tribuna calda. L’anno prossimo potrà crescere, però ovviamente se le cose vanno bene avvicini la gente se devi giocare per un altro obiettivo magari le persone si allontanano. Sono certo, però, che l’entusiasmo che abbiamo creato possa mantenersi”.

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Asia Di Palma

 

29 Aprile 2025

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