In esclusiva ai nostri microfoni ha parlato Maria Grazia Balbi: il portiere, classe 1995, è tornata a casa sua, a Napoli attualmente senza squadra. A Giugliano, periferia della città partenopea, nasce la sua passione per il calcio giocando nel parchetto del quartiere per poi diventare sempre più seria ed arrivare in serie A, B e […]
In esclusiva ai nostri microfoni ha parlato Maria Grazia Balbi: il portiere, classe 1995, è tornata a casa sua, a Napoli attualmente senza squadra. A Giugliano, periferia della città partenopea, nasce la sua passione per il calcio giocando nel parchetto del quartiere per poi diventare sempre più seria ed arrivare in serie A, B e C. In carriera ha anche vissuto esperienze internazionali: nell’estate 2016 al Seattle e nella stagione 2021-2022 in Austria al Südburgenland, nella massima serie austriaca. Nella sua vita non solo il calcio, ma anche lo studio: due lauree conseguite con impegno e sacrificio, una doppia carriera che le ha insegnato un nuovo modo di considerare la realtà. “Ho fatto la doppia carriera universitaria-sportiva con allenamenti, trasferte, partite e mi ha dato una grande forma mentis. Ho conseguito la triennale in Scienze Motorie e la magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport quando ero alla Pink Bari.” Balbi è svincolata dal 14 dicembre, giorno dell’annuncio della fine dell’avventura a Pavia e termine ultimo per svincolarsi, ed ora si ritrova senza squadra con progetti da rifare da zero. La calciatrice aveva preso impegni anche extra campo come insegnante nelle scuole locali perché è anche, e soprattutto, dai più piccoli che si può imparare qualcosa di nuovo.
Le dichiarazioni di Balbi
“Sono tornata a casa, mi sto allenando da sola. Per lasciare Napoli deve valerne la pena. Non ho più vent’anni quindi deve valerne la pena, Ora sono senza progetti perchè li avevo fatti a Pavia anche a livello extra calcistico. Sono in stand-by.”
Sei stata all’estero in due occasioni, hai notato differenze sotto l’aspetto organizzativo del calcio?
“Sono stata in Bundesliga austriaca e quattro mesi a Seattle. C’è più rispetto della persona. Il Südburgenland mi ha cercato fortemente in estate e ha dimostrato la volontà di volermi per tutta la stagione calcistica. Hanno mostrato in primis rispetto per la persona, che vedo meno in Italia. Le mie colleghe italiane sono abituate a vivere questa situazione nel nostro paese, a ringraziare quando ricevono un bonifico che gli spetta. Bisogna cambiare e alzare la voce.”
Torneresti all’estero?
“Quando sono tornata in Italia era perchè a livello tattico-tecnico siamo tra i migliori per come concepiamo il calcio. Ma il contorno annichilisce ciò che di bello c’è in campo. Volevo tornare per alzare l’asticella in campo, ma vale la pena? Non è meglio vivere più serenamente fuori dal campo? Vivere in un contesto non sereno non ti fa stare bene in campo. All’estero impari un’altra lingua, fai altre esperienze e soprattutto c’è rispetto per la persona.”
Come vedi il futuro del calcio femminile?
“Se continuiamo a stare in silenzio non cambierà niente, si peggiorerà. Diciamo che una lotta è stata fatta, il professionismo è stato raggiunto e c’è stato un periodo di stallo. Ci siamo, io in primis, sedute. Il professionismo riguarda una minima fetta delle calciatrici italiane, la Divisione B in sé non è professionistica. Dobbiamo pensare al bene del calcio femminile e non a noi stesse: l’omertà non ha mai fatto bene a nessuno. I costi per le società sono davvero esorbitanti, però serve rispetto per la persona e chi ha dei limiti deve uscirne fuori.”
Che differenze hai trovato tra la Serie C dello scorso anno e il campionato di questa stagione?
“Il livello è più alto cambiando di categoria, ma l’anno scorso comunque era una Serie C di buon livello. A fine anno ho fatto un quadro generale e il livello mi aveva sorpreso per esempio contro Pavia, Orobica e Spezia, che erano stati match ostici.”
Com’è nata la tua passione per il calcio?
“Io ho sempre fatto sport, sono l’unica però in famiglia a praticare calcio. Poi il mio professore di educazione fisica, di Giusy Moraca e Carmela Ciccarelli ha fatto una squadretta e da lì abbiamo continuato la nostra carriera sportiva. Con Carmela ho giocato a Napoli per 4/5 anni. Giusy l’ho rincontrata a Pomigliano nell’anno di promozione dalla B alla A. È nata alle scuole medie la passione vera e propria.”
Asia Di Palma
Fotografia di: Joseph_estl_pictures
8 Gennaio 2024