Durante la trasmissione D-Time ha detto la sua il direttore generale del Legnano: Alessio Ferroni. Ecco le dichiarazioni integrali. Come è stata vissuta la situazione Malagò? “Parto dal presupposto che sono episodi condannabili e non sono consoni al gioco del calcio, soprattutto quando la reazione è di un calciatore semiprofessionista. Poi a Legnano ho fatto […]

Durante la trasmissione D-Time ha detto la sua il direttore generale del Legnano: Alessio Ferroni. Ecco le dichiarazioni integrali.

Come è stata vissuta la situazione Malagò?

“Parto dal presupposto che sono episodi condannabili e non sono consoni al gioco del calcio, soprattutto quando la reazione è di un calciatore semiprofessionista. Poi a Legnano ho fatto il possibile (assieme al presidente) poiché tutto funzioni da società professionistica. La mia linea è stata rigida e dura nei confronti del calciatore, con cui ho parlato a fine incontro per almeno un’ora. La sanzione disciplinare era il minimo visto che questo calciatore andava multato. Poi è arrivato anche il comunicato che chiarisce tutto e che bisogna pensare solo al campo, ricordo che il nostro obiettivo primario è salvarci e farlo nel modo più veloce possibile. Un traguardo minimo che viene imposto dalla storia e dalla Piazza. Dal punto di vista sportivo, questa è decisamente un fatto condannabile ed aggiungo che se non fossimo stati in questa posizione di classifica, probabilmente sarei stato anche molto più rigido. Avrei optato volentieri per un allontanamento del calciatore dalla rosa, ma adesso questo non posso farlo”.

Cosa vuol dire fare calcio a Legnano?

Fare calcio a Legnano vuol dire fare calcio vero, di conseguenza tutti siamo soggetti a pressioni (io in primis). L’unica cosa che ho detto al ragazzo è che lui doveva prendere, correre via e scappare. In questo modo abbiamo gettato solamente benzina sul fuoco. Ora bisogna cercare di mantenere gli obiettivi. Confermo che siamo una squadra viva e che ha voglia di salvarsi. Ieri siamo stati sfortunati per via degli episodi, ma sono sicuro di quello che andremo a fare con l’allenatore”.

La contestazione era davvero così tanto sopra le righe?

“Premesso che ho massimo rispetto per chi viene allo stadio dal tifoso ordinario al tifoso più acceso, però devo dire questo: su Legnano ci sono le voci della passata stagione. Ancora si dice che la società non paga gli stipendi, che il presidente non c’è mai. Non è vero che si parla di un presidente assente, ma di una persona che esiste e c’è. Bisogna anche sottolineare che non si possono fare delle critiche per partito preso, in questo momento i tifosi devono stare assolutamente vicini alla squadra. Io chiedo solamente che tutti stiano uniti, che ci si dia una mano tutti insieme e che si venga a tifare il Legnano. Poi le somme le faremo insieme ad inizio maggio. Mi auguro che ci sia la festa salvezza e la possibilità di consolidare un progetto in vista dell’anno prossimo. Io ricordo a tutti che il Legnano il 10 Luglio non esisteva, perché io sono stato contattato il 15 di Luglio. Qua è stato fatto un miracolo solamente a creare un gruppo, ora paghiamo dazio. Noi dobbiamo essere forti e bravi mentalmente per poter uscire da questa situazione. Aggiungo che non capisco la contestazione di ieri, perché io mi arrabbio spesso ed anche ferocemente ma ieri i ragazzi hanno dato tutto e fino all’ultimo. Non so cosa abbia visto il pubblico ieri”.

Direttore, lei crede nel lavoro fatto per costruire questa squadra oppure vorrebbe tornare indietro e cambiare qualcosa?

“Senza nulla togliere ai calciatori che sono passati per Legnano, le mie scelte sono state obbligate quando sono partito per costruire la squadra. Prima di tutto perché nessuno voleva venire da noi dopo quello che è successo, secondo ho costruito una squadra con quello che sono riuscito a trovare, terzo la squadra era stata costruita con il primo mister Scudieri. Nel mercato di Gennaio, poi, ho deciso di cambiare ed infatti sono arrivate 15 uscite. Io rifarei le scelte che ho fatto, però quando si fanno gli errori si deve prendere atto delle proprie colpe”.

Un parere sul trend di questa squadra?

“Io credo che sia tutta una questione tattica. Il mister precedente aveva delle idee tattiche che portavano la squadra ad attendere e difendere molto di più. C’è anche da dire che tu devi attaccare ed offendere per avere la possibilità di vincere. Noi fino a qualche giorno fa avevamo un bomber di tutto rispetto come Bardelloni che si trovava sulla trequarti e non nell’area avversaria, di conseguenza diventa difficile rendersi pericolosi. Il nuovo allenatore, invece, ha l’obbligo di rendere la squadra molto più offensiva. Noi lo abbiamo aiutato anche dal mercato, visto che abbiamo chiuso per un attaccante: Moreno Vuskovic. Un calciatore che accompagnerà Bardelloni, visto che ha bisogno di sostegno e va aiutato”.

Nicola Badursi

 

5 Febbraio 2024

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