Un girone fa l’accesa contesa del Lago costò la panchina a Cristian Nicolini, oggi il suo successore ha risollevato le sorti della squadra con una rivincita contro il Baveno Stresa che non solo li mette a +8 dalla zona playout, ma anche a -5 dai playoff. Luca Magni è il grande protagonista del momento del Verbania, da tifoso a giocatore a guida delle giovanili prima e della Prima Squadra poi, alla prima grande esperienza da tecnico nel “calcio dei grandi” e con un gruppo che anagraficamente conta elementi addirittura più vecchi di lui, il classe ’93 sembra aver ridato nuova linfa ai pentacolorati. Ecco l’intervista in esclusiva:
Mister, il primo derby vinto in panchina non si scorda mai, che partita è stata?
“Arrivavamo da un paio di partite con belle prestazioni senza raccogliere quello che seminavamo. Abbiamo preparato questo derby in maniera giusta, c’era una concentrazione e un’aria diversa in settimana, ero convinto che avremmo fatto bene e stavolta sapevo anche che avremmo raccolto i frutti del lavoro. Nei primi 10 minuti abbiamo chiesto alla squadra di aspettare e capire dove e come potevamo fare male, li abbiamo studiati bene e poi la gara è stata in discesa. Da quando sono arrivato abbiamo curato molto la fase difensiva, le dedichiamo tanta cura e attenzione in settimana. Questo è tutto frutto del lavoro, la squadra è stata bravissima, davanti abbiamo ancora qualche difficoltà ma dietro stiamo migliorando velocemente”.
Qual è stato il suo approccio da quando è arrivato e soprattutto che squadra ha trovato?
“Arrivando dal settore giovanile, ho sempre visto in questa squadra grandi qualità. In più sono un tifoso del Verbania, sono sempre andato a vederli, e come detto prima hanno sempre giocato bene e raccoglievano poco in termini di risultato. Poi quando all’inizio non fai punti entri in un vortice negativo ed è difficile tirarsi fuori. Quando sono arrivato io abbiamo vinto subito contro la Pro Eureka e quello ci ha dato la svolta. In settimana poi lavori meglio, prendi fiducia, cambia qualcosa anche nella testa dei giocatori”.
Cosa le ha chiesto la società nel momento del suo arrivo? Essendo lei un tifoso e ora l’allenatore, che progetto intravede per questo Verbania?
“Sicuramente questa è una piazza che merita una categoria di più, basti pensare che quando giocavo io eravamo in Serie D. La società sicuramente quest’anno all’inizio puntava ai playoff e a fare un campionato più di vertice, poi quando sono arrivato io avevano 7 punti ed erano in zona playout quindi mi è stato chiesto di raggiungere la salvezza il prima possibile. Per il futuro io credo che ci sarà un percorso un po’ più ampio di rinnovamento, io credo che la società abbia prima un piano per rinnovare strutture e campi di allenamento che sono fondamentali, poi una volta fatto questo ci si potrà pensare”.
Lei arriva direttamente dal settore giovanile del Verbania, qual è stato il suo approccio e a livello di responsabilità è cambiato qualcosa?
“Arrivando da lì conosco perfettamente tutti i ragazzi, avendo allenato i 2008 e i 2009. A dire la verità, mi sono sentito forse con meno responsabilità a prendere una prima squadra. Perché quando alleni i giovani e non migliorano, non crescono insieme a te, hai fatto perdere a dei ragazzi del tempo importante in termini di carriera. In prima squadra sei sempre figlio del risultato, a volte magari con i giovani perdi ma hai fatto una buona gara, e sei comunque soddisfatto. Nel settore giovanile tu hai un patrimonio da gestire, anche solo quando sei allenatore e fai perdere a un ragazzo la voglia, il piacere di giocare a calcio, è una responsabilità pesante”.
A proposito di giovani, Ferrari è un classe 2006 e sta continuando a stupire partita dopo partita. Che margini di miglioramento ha ancora?
“Grandissimi, basti pensare che è stato preso a 16 anni e messo titolare in Eccellenza. La sua fortuna è quella, fisicamente sposta gli equilibri e può solo che migliorare. L’Eccellenza deve essere la sua palestra e il suo punto di partenza”.
Ivan Oioli
25 Febbraio 2025