In ESCLUSIVA a TUxTU ha fatto il punto sul Desenzano il patron Roberto Marai. Ecco tutte le sue dichiarazioni e diversi spunti interessanti. Perché hai deciso di entrare nel mondo del calcio? “Io sono sempre stato un appassionato, anche se di estradizione juventina. Sono sempre stato amico del direttore della squadra di paese e da […]
In ESCLUSIVA a TUxTU ha fatto il punto sul Desenzano il patron Roberto Marai. Ecco tutte le sue dichiarazioni e diversi spunti interessanti.
Perché hai deciso di entrare nel mondo del calcio?
“Io sono sempre stato un appassionato, anche se di estradizione juventina. Sono sempre stato amico del direttore della squadra di paese e da quel momento siamo partiti. Prima ci ho provato con il Mantova, poi con il Modena. Chiaramente non essendo imprenditore della zona partivo decisamente sfavorito. Ciononostante ho fatto delle offerte che avevano tutte le caratteristiche necessarie per avere l’affidamento della squadra, però io ero un’operatore dell’automatico ed avevo un sindaco “no Slot”. Sicuramente questo ha giocato a mio sfavore. Per via di questo imprinting sono sempre stato criticato”.
Poi perché Calvina prima e Desenzano poi?
“Noi abbiamo preso la Calvina perché era una società che aveva fatto dei risultati sensazionali ed arrivata in Serie D era un po’ sottodimensionata dal punto di vista finanziario. Noi abbiamo fatto un intervento per salvare la squadra e solo con il salvataggio del team avremmo avuto il club dalla proprietà. Quello è stato anche l’anno che ci ha fatto divertire di più“.
Il rapporto con le istituzioni a Desenzano?
“A Desenzano c’è sempre un rapporto contrastato. Spesso le amministrazioni hanno dei budget limitati che vanno distribuiti su tutto il suolo cittadino. Logicamente, però, per quanto ho fatto io con il Desenzano mi aspettavo un maggior aiuto. Noi abbiamo fatto indubbiamente bene, perché siamo arrivati ed ora abbiamo il settore giovanile più importante di tutta la provincia. Più volte ho detto anche al sindaco che il nostro settore è formato più da figli suoi che nostri, visto che sono quasi tutti abitanti di Desenzano. Indubbiamente in queste piazze diventa davvero complesso fare calcio“.
Il tuo progetto sta andando un po’ lungo?
“Io quest’anno ho fatto una squadra che doveva vincere il campionato. Non ci siamo riusciti e di conseguenza io mi prendo le mie responsabilità, perché ho imposto l’allenatore a quello che era il nuovo direttore sportivo. Il nuovo direttore, però, mi doveva dire che avrei dovuto cambiare il tecnico. Il D.S. invece ha accettato e poi non ha fatto quello che deve fare. Come ad esempio portare dei giocatori che condividete. Questa partenza ha portato ad un rallentamento e soprattutto a una presa in giro nei miei confronti. Ricordiamo che il nostro allenatore aveva detto che la squadra non avrebbe potuto fare un campionato di vertice ed invece è stato smentito. Io mi sono sentito tradito da tutti e due, andare avanti con Zanardini non mi ha permesso di godermi il successo di questa stagione “.
Cosa è successo con Contini?
“Ci sono stati vari momenti. Io ho chiuso con Tacchinardi per poter compattare tutto lo spogliatoio. Poi logicamente abbiamo dato una carica maggiore al direttore che ha scelto Contini. Quando le cose non vanno bene ti fai mille domande e dare una risposta certa non è possibile. La scelta è caduta sull’ex giocatore del Bari sia per le idee che per i suoi modi di fare. Contini nell’immediato non ha dato un imprinting, ma già dalla seconda/terza partita ci ha permesso di vedere dei passi in avanti”.
Nicola Badursi
29 Maggio 2024