Lasciare casa a quindici anni per inseguire il proprio sogno, arrivare in alto, perdere quasi tutto per responsabilità altrui e dover ricominciare da zero. Tante storie nella carriera di Paride Pinna, partito dalla Sardegna per vivere di calcio. Il suo presente si chiama Ostiamare e domenica la squadra del litorale romano ha riaperto finalmente le […]

Lasciare casa a quindici anni per inseguire il proprio sogno, arrivare in alto, perdere quasi tutto per responsabilità altrui e dover ricominciare da zero. Tante storie nella carriera di Paride Pinna, partito dalla Sardegna per vivere di calcio. Il suo presente si chiama Ostiamare e domenica la squadra del litorale romano ha riaperto finalmente le porte al pubblico, anche se con capienza ridotta, dopo mesi di chiusura, ed ha centrato una vittoria fondamentale (contro il Poggibonsi) alla prima di Daniele De Rossi da proprietario: “Una bella giornata,  fa piacere, speriamo che si possa aumentare la capienza e  fare la tribuna centrale per aprire ad un pubblico più ampio. È una piazza ancora un po’ scottata, le nuove generazioni non sono tanto attaccate all’ambiente, speriamo che si riavvicinino con questa nuova società.” -ha commentato il calciatore.

L’ERA DE ROSSI

Domenica è cominciata ufficialmente l’era “De Rossi” a Ostia con il passaggio di consegne ufficializzato venerdì tra l’ormai ex presidente, Roberto Di Paolo, e l’ex capitano della Roma. De Rossi era già presente in tribuna nella sfida vinta contro l’Orvietana due settimane fa e si è presentato alla squadra a modo suo, come raccontato da Paride Pinna ai nostri microfoni: Ha iniziato a venire spesso al campo e questo ci ha fatto molto piacere. Noi non avevamo timore della stabilità societaria, c’era solo un problema di strutture. Ci mette la faccia un Campione del Mondo e si pensa positivo, si è presentato con un’umiltà incredibile, una persona normale e ciò che si vede in tv è la realtà. Viene spesso al campo perché adesso è fermo dal punto di vista lavorativo, chiaro che se dovesse andare ad allenare sarà meno presente. È un progetto di larghe vedute e siamo contenti. Ci tengo a sottolineare che il presidente Di Paolo è una persona serissima e si è messo a disposizione per velocizzare le questioni burocratiche”.

SCEGLIERE L’OSTIAMARE

Il terzino, classe 1992, è approdato all’Ostiamare dopo l’esperienza alla Nocerina nella seconda parte della scorsa stagione e si è subito messo al servizio della squadra per dare il suo contributo indipendentemente dalla fascia di capitano, che indossa ogni settimana sul campo: “Superati i 30 anni non serve la fascia, ma hai un bagaglio di esperienze che devi sfruttare e mettere a disposizione”. Il terzino ha poi commentato la sua scelta di approdare ad Ostia: “Trattativa veloce perché ho sempre sentito parlare di una piazza ambiziosa, c’erano ds e allenatore giovane e io mi faccio molto coinvolgere da queste situazioni. Inoltre, avevano firmato miei ex compagni di squadra che stimavo molto e ho voluto fare questa scelta perché ci sono ampi margini di miglioramento. Può diventare la terza squadra di Roma e non è poco”.

LA STAGIONE

La stagione dell’Ostiamare è partita con prospettive di un campionato di vertice, ma la squadra si è ritrovata in tutt’altra posizione e ad oggi deve lottare per la salvezza: “Partire con aspettative di vertice e ritrovarsi in quella zona di classifica non è facile, devi cambiare mentalità. Ora stiamo diventando squadra, dobbiamo riuscire a salvarci il prima possibile e costruire qualcosa per il prossimo anno. De Rossi non vuole fare voli pindarici: il focus è migliorare le strutture e mantenere la categoria”.

L’Ostiamare ha iniziato il 2025 con una sconfitta, ma ha poi ottenuto due vittorie e un pareggio nelle tre gare successive, accogliendo in rosa diversi giocatori e il capitano biancoviola ha riconosciuto la ventata d’aria fresca di questo nuovo anno: “Ci mancava la continuità, le prestazioni c’erano sempre. I nuovi arrivati ci daranno la spinta perché sono liberi di testa e portano freschezza”.

L’ESPERIENZA IN C, LA GESTIONE DELLE EMOZIONI E LA PASSIONE AL SUD

Pinna ha vissuto otto stagioni tra i professionisti in Serie C collezionando 207 presenze complessive tra Campionato e Coppa nelle piazze più calde del Sud Italia: Cosenza, Catanzaro e Casertana per citarne alcune. Il classe 1992 ha spiegato come un calciatore viva la presenza del pubblico in determinate squadre: “Al Sud c’è un tifo molto passionale e le dinamiche influenzano calciatori e società stesse. È sempre un business perché i tifosi allo stadio fanno crescere le società. Entri in campo con un obiettivo personale, ma quando vieni coinvolto diventa una cosa comune con la tifoseria. Sono stato due anni e mezzo a Cosenza e l’evento dell’anno era il derby con il Catanzaro: se lo vincevi potevi quasi stare tranquillo per un po’”. Esperienze che ti permettono di maturare: “Questo ti può dare, ma anche togliere. Devi maturare velocemente nella gestione emotiva della partita. Un passaggio sbagliato davanti a 200 persone è diverso rispetto ad un errore fatto davanti a 5000 o 6000 tifosi. È bello perché noi entriamo in campo anche per il pubblico e regalare emozioni. Quando passi da tanti tifosi a meno ne risenti: il periodo del Covid è stato incredibile, uno shock sia quando non c’era nessuno che quando sono tornate le persone. La gestione delle emozioni è cambiata da un giorno all’altro”.

RIPARTIRE DA ZERO

Da quando a 15 anni è andato ad Empoli, partendo dalla Sardegna, il focus è diventato uno solo: provare a vivere di calcio, consapevole della tanta concorrenza. Trasferirsi ogni anno è diventato la normalità, ma talvolta per responsabilità altrui è stato costretto a farlo prima del previsto: “La situazione con il Lamezia Terme mi ha creato disagio. Abbiamo vinto e la sera stessa mi è arrivata la chiamata di un compagno dicendomi che stavano ritirando la squadra. Avevo giocato tutte le partite, fatto una buona prima parte di campionato e non mi era mai capitato. Che devi fare? Ti rimetti in moto. Dopo due settimane ho accettato la Nocerina, abbiamo fatto un bel percorso nel girone di ritorno”.

Pinna ha poi aggiunto: “Sono dinamiche assurde, ho fatto anni di professionismo e succedono molto più raramente. È molto grave che una società possa ritirarsi così e mettere a disagio chi ha famiglia”. L’anno scorso il Lamezia si è ritirato dal girone I ad inizio novembre e Pinna ha provato a proporre soluzioni all’Associazione Italiana Calciatori: “In un colloquio con l’AIC ho provato a proporre un fondo in modo che gli stipendi vengano pagati fino alla fine perché ne esiste uno, ma subentra dopo un anno. Non è stato bello perché perdi valore di mercato. Spero non accada più anche a costo di ridurre il numero di squadre. Il calcio deve farlo chi se lo può permettere”

I PROSSIMI OBIETTIVI

L’obiettivo primario per Pinna è mantenere la categoria, ma la volontà di tornare in C è forte, nonostante sia molto difficile riuscirci: L’obiettivo è tornare in Serie C, assaporare quell’atmosfera e squadre di certo livello, ma non è facile perché ti ritrovi in certi giorni in cui diverse squadre vogliono salire e spendono tanto. In D c’è meno pazienza, perché se dopo due mesi ti trovi a una grande distanza dalla prima, rivedi il budget e il progetto. In Serie C è diverso. Sono stato ad un congresso e ci hanno anticipato che proveranno a dare un senso ai playoff: c’è chi li può affrontare e dare il massimo fino alla fine e chi li vive come un peso. In C hanno aumentato il numero di squadre e dato la possibilità fino alla decima classificata di puntare ad un sogno.  Il Cosenza, l’anno che è salito in B, -Pinna è andato via a metà stagione, era l’annata 2017-2018 n.d.r-  era arrivato quinto, li abbiamo sfidati ai playoff con la Casertana (settima a fine anno n.d.r), gara terminata in pareggio e loro sono passati perché classificati meglio. Così dai un senso alle ultime giornate di campionato, la forbice è più sottile in C quindi una squadra si può giocare i playoff”.

Ora, l’Ostiamare deve pensare a mettere fieno in cascina per potersi permettere più avanti di giocare con più spensieratezza in un girone comunque molto equilibrato e difficile. Attualmente la squadra di proprietà di De Rossi ha 25 punti nel girone E e si trova al dodicesimo posto. Come ha evidenziato il capitano biancoviola, la squadra ha ampi margini di miglioramento grazie anche alla presenza di un mister giovane come Simone Minincleri: “Io e il mister abbiamo tre anni di differenza quindi c’è un rapporto diretto quasi da compagni in alcuni frangenti. Le dinamiche nella gestione degli umori non le percepisci da giocatore. Dobbiamo prendere da lui la freschezza delle idee. Ci sono ampi margini di miglioramento sia per lui che per noi”.

Photo Credits: Ostiamare

Asia Di Palma

29 Gennaio 2025

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