La giocatrice della Lazio è ai box per infortunio dal 10 dicembre per frattura composta del malleolo tibiale e sta scalpitando per tornare in campo e dare il suo contributo alla squadra. La calciatrice emiliana ha sempre aiutato le sue compagne anche da fuori: supportandole allo stadio o in giro per Roma con uno sguardo al telefonino. Goldoni, in occasione della prima puntata di “B Woman”, ha parlato a 360° della sua vita calcistica e non solo: dalla Lazio, ala passione per il calcio nata in famiglia, fino alla sua laurea in Clinical Nutrition ottenuta in Tennessee.
“Non mi sento la madrina del calcio femminile, siamo tutte figure importanti. In quello che faccio ogni giorno c’è tanta passione e amore per questo sport. Un senso di responsabilità e del dovere per cercare di metterlo più in luce possibile, difenderlo e aiutare lo sviluppo del calcio femminile. “
La Lazio come una seconda famiglia
“Io credo di aver trovato una seconda famiglia e non è scontato trovare un ambiente in cui si stia in armonia, ci sia fiducia e ti sappiano leggere per la persona che sei. La Lazio sta diventando una famiglia, un club che considero casa perché sto bene e non vedo l’ora di tornare per dare il mio contributo.”
La mezzala biancoceleste ha proseguito parlando del suo infortunio e di come sia stato difficile affrontarlo, ma allo stesso tempo utile per crescere mentalmente. “Ho avuto una frattura composta del malleolo tibiale nella partita del 10 dicembre con il Tavagnacco, Un infortunio non simpatico, per fortuna la frattura è composta e non scomposta. Però si lavora, fa parte della nostra attività: bisogna accettarlo, dicono che si torni più forte di prima. Sicuramente a livello mentale porta con sé alti e bassi ma ti rafforza tanto. Stare a bordo campo e osservare le altre fa un po’ male al cuore, ma ci sono tanti modi per cercare di contribuire: con la presenza, con la voce, con il supporto.”
La vittoria in rimonta con l’Hellas
“È una squadra molto organizzata che gioca bene, l’abbiamo affrontata preparandola al meglio. Il primo gol è stato uno scivolone, ma la nostra forza è il gruppo. Quando ognuna lavora per l’altra si possono raggiungere risultati importanti. Sappiamo perseverare e non mollare. Bellissimo gol di Visentin e poi uno altrettanto bello di Sofia Colombo, per la quale sono molto contenta perché sta trovando un po’ meno spazio rispetto allo scorso anno ma si sta facendo trovare pronta.”
La Lazio si sta giocando il primo posto con la Ternana, ma dietro non si ferma il Cesena e c’è anche il Parma a 37 punti. “Più forti del campionato è difficile dirlo. Si è alzato il livello e ci sono altre belle squadre che ci stanno tenendo testa a livello individuale e collettivo. Però sì siamo forti.”
La crescita del movimento femminile
“L’ho vissuta dall’interno, dal campo. Noi calciatrici all’attivo possiamo solo ringraziare le ex calciatrici e chi lavora dietro le quinte perché non ci rendiamo nemmeno conto di quanto impegno ci sia per ottenere i risultati. Le istituzioni stanno cercando di supportare e comprendere le nostre esigenze. C’è stato uno sviluppo negli anni: noi cerchiamo di ricordarci i primi anni di scuola calcio: ci sono ancora però tanti passi avanti da fare.”
Un libro scritto e un altro in programma?
Tre anni fa la calciatrice ha pubblicato il suo primo libro, “Preferisco i tacchetti”: un racconto in cui snocciola tutte le tappe della sua vita privata e lavorativa. “C’è tutto in quel libro: dalla passione nata grazie al mio papà. Parlo della mia famiglia, dei miei fratelli, di mia mamma, di casa mia. Parlo delle mie esperienze: tante volte le persone dall’esterno pensano sia tutto rose e fiori ma invece non è così. Ci sono stati tantissimi ostacoli e momenti bui. Il sorriso non c’è sempre h 24, ma è una scelta. Porto a galla tante esperienze che nessuno ha mai conosciuto e che io sfrutto come strumento per poter aiutare gli altri. Quel libro parla della mia vita a 360°. E vorrei già scriverne un secondo perché sono successe tante cose in questi ultimi anni.”
Il supporto della famiglia
“La mia prima attività è stata la danza classica ma sono durata solo due mesi e mezzo, poi ho pregato la mia mamma di portarmi a fare un primo allenamento. Il papà era sempre felice di vedermi in casa a giocare a palla con lui e mio fratello, mia madre invece ha provato a farmi appassionare ad un’altra disciplina sportiva. Da piccolina ho sempre giocato davanti o come attaccante esterno, da due anni a questa parte, da quando mister Pistolesi mi provò come mezz’ala, ho riscoperto un ruolo che mi piace moltissimo. Il ruolo di mezz’ala destra o sinistra mi appaga moltissimo.”
Un messaggio per le giovani calciatrici
“Io consiglio di parlare a cuore aperto e soprattutto con i genitori, che saranno sempre i primi sostenitori. È uno sport come tutti gli altri e se ti fa stare bene e ti rende felice, la felicità non andrebbe allontanata. Credo un genitore , possa essere comprensivo. Il mio consiglio è di parlare a cuore aperto. Il processo ora è agevolato, i numeri sono cresciuti e ci sono più squadre giovanili femminili.”
Sulla Nazionale
“Per me è veramente importante la Nazionale, l’ultima volta che ho indossato la maglia azzurra era per le qualificazioni ai mondali di Francia 2019. Poi non sono più riuscita ad entrare nel giro della maglia azzurra per via di vari infortuni ed è anche per questo che lavoro ogni giorno. Sogno di tornare in Nazionale.”
Sull’importanza della nutrizione e il corso di laurea
“Ho avuto un periodo particolare della mia vita con un rapporto poco sano con l’alimentazione. Da lì ho compreso che non mi volevo bene ed è nata questa seconda passione nei confronti dello studio dell’alimentazione e ho scelto quel corso di laurea. Ha un’importanza fondamentale sul nostro stile di vita: non solo per gli atleti, bensì per chiunque. È di fondamentale importanza cercare di capire qualcosa di più, chiedere aiuto e farsi aiutare. Pensiamo troppe volte di cavarcela da soli, ma è importante avere l’umiltà di farci aiutare da qualcuno di più competente.”
Asia Di Palma