In ESCLUSIVA per Be.Pi TV ha detto la sua Celestini del Verbano. Un’intervista a tutto tondo che parte dal Verbano per arrivare a Maradona.
Dopo una rottura come quella di novembre, cosa l’ha convinto a tornare a Verbano?
“Perché il Verbano è comunque un pezzo della mia vita. I rapporti con il presidente e con il figlio sono sempre stati ottimi. Adesso c’è stata qualche divergenza, ma è stato giusto metterla da parte per il bene della squadra”.
Alla fine del mercato, crede di avere una rosa più competitiva?
“Abbiamo una squadra che ha sicuramente più qualità rispetto a quella che ho lasciato. Ora bisogna inserire al meglio i nuovi arrivati con chi già c’era. La nostra difficoltà maggiore, però, è il tempo. Nel senso che abbiamo un bisogno immediato di ottenere punti e di conseguenza abbiamo fretta, ma sappiamo che la fretta può portare ad errori. Dobbiamo essere bravi sotto questo punto di vista, per poter centrare la salvezza“.
Qual è il calciatore su cui fare affidamento e che dovrà trascinare la squadra?
“In questo momento qua penso che tutti insieme dobbiamo capire qual è il momento della nostra squadra. Solo se tutti quanti insieme uniamo le nostre forze possiamo fare qualcosa che al momento pare impensabile. Sono sicuro che centreremo l’obiettivo della salvezza. Inoltre aggiungo che preferisco la situazione che stiamo vivendo ora, piuttosto che quella dell’anno passato”.
Come arrivate alla prossima sfida contro la Vergiatese?
“Io credo che non è una sfida decisiva, perché comunque ci sono ancora 15 partite da giocare e di conseguenza è tutto aperto. In questo momento, però, ci sono due tronconi. Uno composto da quasi tutte squadre che lottano per vincere e l’altro con sei team che cercano la salvezza. Sicuramente alla partita, però, arriveremo più preparati visto che abbiamo 4/5 giorni per conoscerci con i nuovi e preparare la sfida”.
Excursus, può raccontare un aneddoto dei suoi anni a Napoli con Maradona?
“Per tutto quello che è successo ci sarebbe da scrivere un libro (ride ndr). La cosa più bella, però, è stata il primo giorno di allenamento quando l’allenatore Marchesi chiese di palleggiare a coppie ma nessuno ebbe il coraggio di andare con lui. A quel punto si mise a palleggiare da solo, dava un colpo sotto alla palla, rimbalzava e tornava sui piedi per farti capire la bravura del calciatore”.
Nicola Badursi